La 33ª edizione del Premio Letterario Acerbi, dedicata alla scoperta della letteratura marocchina, ha il suo vincitore. Con 45 voti espressi dalla giuria popolare e dalla giuria scientifica, il premio va al potente romanzo “L’anteprima” dello scrittore Nizar Kerboute.
Durante l’intensa cerimonia di premiazione a Castel Goffredo, è stato inoltre consegnato il Premio Speciale per la Poesia a Jalal Al-Hakmaoui, celebrando così la ricchezza e la diversità della produzione letteraria del paese nordafricano.
di Nizar Kerboute (Traduzione di Luisa Franzini, Centro Studi Ilà, 2025)
Vincitore con 45 voti
TRAMA: Kamal, dopo aver esaminato tutto il materiale lasciatogli dal padre regista, scopre che stava lavorando a un progetto sui soldati marocchini fatti prigionieri dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Suo padre era solito registrare i capitoli fondamentali con la propria voce per riascoltarli e garantirne la qualità. Curioso, Kamal prende il registratore, inserisce la cassetta numero 1, si versa un bicchiere di whisky e inizia ad ascoltare…
Un racconto potente che intreccia passato e presente, portando alla luce una storia dimenticata attraverso le voci dei suoi protagonisti.
Nato a Taza, in Marocco, nel 1982, Nizar Kerboute è un affermato poeta e scrittore. Figura di spicco nel panorama culturale marocchino, ha ricoperto il ruolo di redattore per la pagina culturale del giornale Alminbar Tollabi e ha diretto la rivista SMS poétique e numerosi laboratori di scrittura.
Le sue opere, principalmente poetiche, sono state pubblicate su diverse riviste letterarie in Marocco e all’estero. Tra le sue raccolte più note figurano “Mon rouge avalé par le noir” (2010) e “Un Toit de Papillons” (2013). I suoi scritti esplorano i temi della memoria, dell’identità e della storia. “L’anteprima” è il suo primo romanzo a essere tradotto e premiato in Italia.
con la raccolta “Andate un po’ al cinema!” (a cura di Jolanda Guardi, Centro Studi Ilà, 2020)
Dalle motivazioni della giuria: “Questa raccolta rappresenta un ponte significativo tra mondi apparentemente distanti. Unisce la ricchezza della cultura araba tradizionale con la cultura occidentale del passato, la cultura occidentale del presente e la poesia contemporanea internazionale. L’arma più raffinata di Al-Hakmaoui è l’ironia, che aiuta a comprendere e a comprendersi, lasciando spazio all’emozione e ai sentimenti. Attraverso la sua voce unica, Jalal Al-Hakmaoui non solo celebra la diversità culturale, ma ci invita a esplorare le connessioni nascoste coesistenti tra le esperienze umane.”
La proclamazione del vincitore si è tenuta in una gremita sala a Castel Goffredo, a conclusione di una giornata che ha celebrato i profondi legami culturali tra Italia e Marocco.
Il pomeriggio è stato scandito dal tradizionale rito della votazione, accompagnato dalle musiche del duo composto da Davide Caldognetto (chitarra) e Ousama Bouhafa (voce). A condurre l’evento Simona Cappellari, presidente del Premio, insieme alle docenti universitarie Jolanda Guardi e Francesca Romana Paci.
Di grande impatto l’intervento del poeta Jalal Al-Hakmaoui, che ha ritirato il suo premio definendo la poesia “un atto di resistenza in un’epoca ipertecnologica, un combattimento continuo per proteggere la bellezza dell’essere umano”.
Presenti in sala importanti figure istituzionali come Hanaa Boukarnaoui, viceconsole del Consolato Generale del Marocco in Italia, la senatrice Paola Mancini e la consigliera regionale Alessandra Cappellari, oltre a tanti rappresentanti della comunità marocchina.
L’autore del romanzo vincitore, Nizar Kerboute, sarà a Castel Goffredo nel mese di novembre per incontrare il pubblico e ritirare il premio.